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Percorso espositivo

Piano Terra / Dalla svolta giottesca al tardogotico

Dalla svolta giottesca al Tardogotico

Nel Trecento, la figura della Maddalena ha una costante presenza nella produzione libraria, tanto nei preziosi libri liturgici quanto in codici di natura amministrativa prodotti da fiorenti realtà economiche e commerciali che eleggono la santa a propria patrona. L’iconografia di Maria di Magdala nel gruppo delle Marie vede una grande diffusione, anche in virtù dell’impulso prodotto dalla casata angioina, interessata a mostrare una delle figure più vicine al Cristo, quale derivazione e legittimazione del proprio potere.

La raggiunta pienezza dei temi iconografici e la grande diffusione del culto che caratterizzano il secolo vedono la massima manifestazione nell’arte di Giotto, nei grandi cicli affrescati come nelle Crocifissioni su tavola. Le storie, i personaggi e le emozioni superano le norme convenzionali della tradizione bizantina. Ogni figura entra naturalmente nello spazio e assume volumi prospettici, ben oltre la frontalità lineare. La forza scultorea della figura umana e la sua monumentalità, inserite su sfondi naturali e spazi architettonici tridimensionali, ne consentono e ne impongono la centralità. La figura umana, ritratta da sola o in gruppo è protagonista del proprio destino.

Non solo quella della sua scuola, ma in genere tutta la produzione successiva porta il segno dell’ esperienza figurativa e della cultura giottesca: il rilievo frammentario di Tino di Camaino presentato in mostra testimonia la trasposizione in scultura della visione plastica del maestro toscano, i cui epigoni pittorici sono ben rappresentati dalla raffinata tavola trapezoidale dipinta a fondo oro da  Pietro di Oderisio; in questa, oltre alla Maddalena compaiono Maria di Cleofa e Maria Salome, la stessa che è raffigurata nella preziosa Incoronazione della Vergine e santi proveniente da Veroli, cittadina che venera quest’ultima come patrona. Gli echi della novità plastica giottesca si propagano anche in area adriatica, come prova la nitida volumetria dei personaggi della Maestà attribuita al Maestro di Offida.